Interessante sentenza della terza sezione civile della Cassazione del 23/10/2018 la n.26727, con cui la Suprema Corte riconosce l’autonoma risarcibilità del danno tanatologico iure ereditatis a favore degli eredi del ciclista vittima di incidente stradale deceduto dopo un paio d’ore dal sinistro dopo esser pervenuto cosciente in ospedale e dopo aver, persino, risposto alle domande postegli dagli operatori sanitari giunti in suo soccorso.
Gli Ermellini, cassando con rinvio la decisione della Corte d’Appello di Milano, riconoscono la configurabilità del danno non patrimoniale, nella duplice veste di danno biologico terminale e danno morale terminale o tanatologico, in capo alla vittima, la quale, essendo dotata di capacità giuridica, lo trasmette agli eredi purché intercorra un apprezzabile lasso di tempo tra la lesione e la morte e vi sia, altresì, una “lucida agonia” del danneggiato, nel caso di specie amplificata dal fatto che l’incidentato era anche un medico, il quale va incontro alla morte con lucida coscienza.