La Suprema Corte di Cassazione torna ancora una volta ad evidenziare l’estrema importanza della figura dei nonni nella vita dei nipoti e di recente, con la Sentenza n.7743/2020, conferma il diritto dei nipoti ad essere risarciti in caso di decesso della nonna a prescindere anche dall’elemento della convivenza.
Nel caso in esame, una volta accertata la responsabilità medica che aveva causato il decesso della nonna, la Corte di Appello territoriale aveva negato il risarcimento ai nipoti per il fatto che gli stessi risiedessero in un comune diverso dalla nonna pur risultando provato il profondo legame affettivo che legava nonna e nipoti.
Gli Ermellini, ribaltando la decisione dei giudici di Appello, hanno invece pienamente riconosciuto la legittimità del diritto al risarcimento del danno non patrimoniale dei nipoti in seguito al decesso dell’ascendente per malpractice medica svincolandolo del tutto dall’elemento della convivenza.
I giudici di piazza Cavour, infatti, nel cassare la sentenza con rinvio affinchè i giudici di appello rideterrminino “l’ampiezza e la profondità del pregiudizio per la scomparsa del familiare deceduto” rimarcano che “il rapporto nonni-nipoti non può essere ancorato alla convivenza, per essere ritenuto giuridicamente qualificato e rilevante, escludendo automaticamente, nel caso di non sussistenza della stessa, la possibilità per tali congiunti di provare in concreto l’esistenza di rapporti costanti di reciproco affetto e solidarietà con il familiare defunto”.