Un operario di 39 anni di Torino muore in seguito ad un sinistro stradale mortale sull’Autostrada del mare nel Cuneese nell’autunno 2020.
La vittima era sposato da tre anni e padre di un piccolo e contemporaneamente intratteneva una relazione extraconiugale con un’altra donna con la quale condivideva anche un appartamento in affitto dove viveva con lei tre giorni alla settimana approfittando dell’assenza della consorte per lavoro.
Entrambe le donne erano all’oscuro della doppia vita dell’uomo di cui sono venute a conoscenza solo dopo il sinistro, quando entrambe richiesero all’Istituto Assicurativo il risarcimento del danno parentale vale a dire per il “vuoto esistenziale” patito dagli stretti congiunti della vittima in seguito al sinistro stradale mortale.
E, per di più, era stata proprio l’amante, qualificatasi come fidanzata della vittima e rintracciata dai poliziotti intervenuti sul teatro del sinistro, ad assolvere al penoso compito di riconoscere il cadavere dell’uomo in quanto la moglie, come spesso accadeva, si trovava fuori per lavoro.
“Nessuno avrebbe potuto negare la legittimazione ad agire a quella donna che si era qualifica come ‘fidanzata della vittima’ e con cui, di fatto l’uomo viveva tre giorni su sette, dedicando gli altri quattro all’altra famiglia” ha dichiarato l’avvocato dell’amante dell’uomo, “Lei stessa è riuscita a dimostrare che con quell’uomo aveva un’aspettativa di vita insieme, con progetti per il futuro, esattamente come per la consorte legittima. Ha dimostrato che c’era la stessa intensità di affetti e anche una convivenza”. Ecco perché entrambe le donne sono state risarcite in via stragiudiziale “con cifre molto importanti” per quanto coperte da riservatezza, risarcimento che non è stata diviso tra entrambe le parti ma versato equamente (quindi con due cifre identiche ) ad entrambe le malcapitate donne.
E’ una decisione quella dell’assicurazione che ha destato non poco scalpore e che farà molto discutere rappresentando un precedente significativo per futuri casi simili e che ricorda molto da vicino un altro sinistro stradale mortale in cui un uomo perse la vita in quanto investito nel 2016 a Sacredo, in provincia di Vicenza, mentre attraversava la strada.
Anche in quel caso, ma all’epoca per via giudiziale dopo le infruttuose trattative stragiudiziali con l’assicurazione, innanzi al Tribunale di Vicenza, il giudice designato, nel 2018, dispose il risarcimento sia alla moglie che all’amante della povera vittima del sinistro stradale.